L’inciviltà politica: percezioni, pratiche e conseguenze per la democrazia
Chair: Alberto Marinelli
È opinione diffusa che il benessere della democrazia richieda l'impegno attivo dei cittadini e il loro interesse per la vita pubblica e politica. Tuttavia, questo principio fondamentale sembra essere messo in discussione e minacciato dall'attuale deterioramento del dibattito pubblico e dall'aumento dell'inciviltà politica. L'inciviltà politica è aumentata nell'ultimo decennio, coinvolgendo sia gli utenti dei social media che i politici e i media. Il coinvolgimento di capi di Stato, leader di partito e rappresentanti chiave dei media in episodi di inciviltà (Bentivegna & Boccia Artieri, 2021) che hanno segnato il dibattito pubblico contemporaneo, conferma l'interpretazione secondo cui l'inciviltà politica costituisce una risorsa strategica (Herbst, 2010), da sfruttare per obiettivi differenti, per esempio, guadagnare attenzione e visibilità pubblica, promuovere l'identificazione dei cittadini con la leadership del partito, controllare l'agenda mediale, ecc. (Bentivegna e Rega, 2022). Di conseguenza, accademici, politici e cittadini sono ugualmente preoccupati per le conseguenze dannose dell'inciviltà politica sulla democrazia. Una delle conseguenze comprovate dell'inciviltà è la disaffezione politica dei cittadini (Mutz & Reeves, 2005), soprattutto negli Stati Uniti. Uno studio comparativo condotto in Germania, Regno Unito e Paesi Bassi ha dimostrato che, nonostante i diversi contesti sociali e politici, l'inciviltà provoca un aumento del cinismo, della disaffezione politica e dell'alienazione dei cittadini dalla vita politica (Otto et al., 2020). Inoltre, la ricerca ha anche dimostrato la relazione tra l'inciviltà politica e la crescente polarizzazione affettiva dei cittadini (Borah, 2014; Humprecht et al., 2020). Infatti, di fronte all'inciviltà politica che delegittima sia gli attori politici sia, più in generale, le istituzioni della democrazia, i cittadini tendono a inasprire l'avversione nei confronti di chi è percepito come diverso (Iyengar et al., 2012) e a partecipare a forme di mobilitazione "contro" secondo la logica tradizionale di in-group vs out-group. La percezione di un clima di costante ostilità tra gli attori politici favorisce indirettamente anche l'aumento di comportamenti anti deliberativi e polarizzati tra i cittadini (Gervais, 2019).
In questo scenario, il panel vuole incoraggiare un momento di discussione della comunità scientifica nella cornice di progetti PRIN sull’inciviltà politica.
A tal fine il panel si compone di quattro presentazioni sul tema dell’inciviltà politica e un momento di discussione. La prima presentazione discute i risultati di due indagini condotte nel 2022 su un campione rappresentativo di cittadini italiani al fine di indagare la percezione dell'inciviltà politica da parte dei cittadini all’interno di contesti differenti (campagna elettorale e everyday politics) e il ruolo svolto nel merito dai consumi informativi e dall’attivismo in relazione alla politica nei social media. Il secondo lavoro riporta i risultati di una revisione sistematica della letteratura sull'inciviltà politica, volta a evidenziare problemi legati alla definizione teorica del concetto e delle sue dimensioni costitutive e a individuare proposte in grado di superare i limiti esistenti e mettere a punto strumenti di analisi utili allo studio del fenomeno nella sua multidimensionalità. Il terzo intervento discute i risultati di una ricerca sulla presenza di forme di inciviltà all’interno della copertura giornalistica della campagna elettorale del 2022. Il quarto intervento riporta i risultati di una revisione sistematica della letteratura relativa all’inciviltà in relazione a piattaforme e pratiche fringe, con l’obiettivo di valutare in modo critico il bilanciamento tra la necessità di identificare comportamenti che potrebbero essere pericolosi e il rischio che tale identificazione possa portare a discriminare o emarginare gruppi sociali già svantaggiati.
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La percezione dell'inciviltà politica e informativa tra sensibilizzazione e desensibilizzazione
Giovanni Boccia Artieri (Università di Urbino), Sara Bentivegna (Sapienza, Università di Roma), Rossella Rega (Università di Siena)
Recentemente abbiamo assistito a un aumento dell'uso dell'inciviltà e dell'ostilità da parte di candidati e partiti politici (Klinger et al. 2022; Reiter e Matthes 2022), soprattutto durante le campagne elettorali, dove si sono intensificati gli attacchi agli avversari sotto forma di diffamazione, discredito, derisione e simili (Brooks e Geer, 2007; Gross e Johnson, 2016). Inoltre, sia i media tradizionali sia le piattaforme online danno ampia visibilità alle espressioni di inciviltà per competere nell'economia dell'attenzione, attirare un pubblico più ampio e attivare comportamenti di coinvolgimento degli utenti. Di conseguenza, gli individui che seguono l’informazione più assiduamente hanno più occasioni di imbattersi in comportamenti incivili. Questo vale non solo per i cittadini abituati a consumare le fonti di informazione tradizionali, ma anche per coloro che sono attivi sui social media e ricevono le notizie politiche indirettamente attraverso il noto meccanismo "news reach me".
In entrambi i casi, la questione cruciale - ancora da indagare - riguarda le conseguenze di tale esposizione sui cittadini. In particolare, se l'esposizione ripetuta ai comportamenti incivili degli attori politici aumenti la sensibilità delle persone nei loro confronti o se, al contrario, porti a un’assuefazione e desensibilizzazione.
Alla luce di precedenti ricerche che hanno esaminato la percezione dell'inciviltà politica da parte dei cittadini (Kenski et al., 2020; Stryker et al., 2016), questo studio esplora se e come la sensibilità dei cittadini a diversi tipi di inciviltà politica (discorsiva, informativa, volgare, violenta e discriminatoria) varia in base a fattori contestuali e variabili individuali. L'obiettivo è esaminare la percezione dei cittadini dell'inciviltà politica in generale e dell'inciviltà informativa in particolare, confrontando il contesto di "everyday politics " con quello di "campagna elettorale". Inoltre, cerchiamo di identificare i predittori della percezione e di comprendere il ruolo svolto dal consumo mediatico e dall'impegno degli individui sui social media in relazione alla dimensione politica.
A tal fine, abbiamo realizzato due sondaggi con metodo Cawi (il primo all'inizio del 2022 e il secondo dopo la campagna elettorale italiana del 2022) su un campione rappresentativo della popolazione italiana. A 2.000 intervistati è stato chiesto di fornire le loro valutazioni su dieci statement relativi al comportamento incivile degli attori politici in vari ambiti. L'individuazione degli statement deriva dalla nostra concettualizzazione dell'inciviltà politica e da una revisione dell'elenco elaborato per una precedente indagine (Bentivegna et al., 2022). Per ogni affermazione è stato chiesto agli intervistati di valutare il grado di civiltà/inciviltà utilizzando una scala da 1 a 5. Oltre alle dieci affermazioni contenenti elementi di inciviltà, sono state inclusi due statement in cui non erano presenti elementi di inciviltà come item di controllo.
I risultati mostrano che, rispetto all’everyday politics, in campagna elettorale si attiva un meccanismo di sensibilizzazione verso i comportamenti incivili dei politici, confermando che l'inciviltà è un concetto dipendente dal contesto. Inoltre, è emersa l'esistenza di un doppio meccanismo, sensibilizzazione/desensibilizzazione, e il ruolo quasi antitetico giocato, da un lato, dal consumo di news media e dall’altro, dall'impegno in relazione a contenuti politici nei social media: mentre il primo può essere considerato un fattore di resilienza all'inciviltà, in particolare all'inciviltà informativa, l'attività sui social media in relazione alla politica sembra essere associata alla desensibilizzazione sia nei confronti dell'inciviltà generale sia e soprattutto nei confronti di quella informativa. In altre parole, i cittadini che guardano, ascoltano/leggono le notizie con attenzione sono meglio attrezzati per riconoscere le varie forme di inciviltà, compresa la distorsione dell'informazione, e quindi sviluppano una maggiore sensibilità al suo utilizzo. Al contrario, la diffusione di contenuti incivili e fuorvianti è stata pressoché normalizzata nelle pratiche degli utenti dei social media.
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Lo studio dell’inciviltà politica dal 2010: temi, metodi e prospettive interpretative
Rossella Rega (Università di Siena), Giovanna Mascheroni (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Le revisioni sistematiche della letteratura sono utilizzate per classificare la letteratura esistente su un dato oggetto di ricerca, identificando le lacune nella ricerca empirica e i problemi teorici da (Grant & Booth, 2009). La revisione sistematica della letteratura sulla ricerca esistente in materia di inciviltà politica è stata realizzata mediante un protocollo di ricerca concepito per essere completo nella copertura delle pubblicazioni rilevanti, coerente nell'applicazione delle stesse stringhe di parole di ricerca in tutte le banche dati ed efficiente nel ridurre al minimo il numero di ricerche non pertinenti. La ricerca finale è stata perfezionata attraverso varie sessioni di test su Web of Science e Scopus mediante le stringhe "uncivil AND politic*" e "incivility AND politic*". Il numero totale di risultati della ricerca è stato di 948 su WoS (Core collection) e 685 su Scopus. Sono stati inclusi tutti gli studi sull'inciviltà politica nelle sue varie declinazioni/forme e in tutti i media (compresi i media tradizionali, i discorsi politici durante le campagne elettorali, post pubblicati nelle piattaforme, etc.). Sono stati invece applicati i seguenti criteri di esclusione nella ricerca: studi sull'inciviltà in contesti diversi da quello politico (ad esempio, sul posto di lavoro o in epoca coloniale, ecc.); studi pubblicati in lingue diverse dall'inglese; recensioni di libri; studi che non fornivano sufficienti dettagli sui metodi utilizzati. Eliminando tutti i duplicati, il dataset finale è composto da 322 risultati unici.
I risultati hanno rivelato che la maggior parte degli studi sull'inciviltà politica sono stati pubblicati a partire dal 2017: queste ricerche documentano, infatti, un netto aumento dell'inciviltà politica nel dibattito pubblico a partire dal referendum sulla Brexit e dalla campagna presidenziale statunitense del 2016, che ha visto la vittoria di Donald Trump.
Gli eventi politici e le trasformazioni nel sistema dei media digitali hanno una ripercussione sia quantitativa che qualitativa sul campo di studi, traducendosi, infatti, non solo in un aumento degli studi sul tema, ma anche nell’evoluzione delle domande di ricerca e delle prospettive interpretative. L'analisi iniziale degli abstract e delle parole chiave mostra, infatti, uno spostamento dell'attenzione degli studiosi nel periodo osservato riguardante diverse dimensioni dell’inciviltà politica. Partendo dai media presi in esame, si può vedere che, mentre nella fase iniziale prevalevano articoli focalizzati su legacy media quali stampa cartacea, tv e radio, successivamente l’attenzione si focalizza sull'inciviltà politica online. Dal punto di vista delle piattaforme di social media considerate in questi studi, Facebook è stata la principale (e unica) piattaforma analizzata nel periodo 2011-2016. Dopo il 2016, la maggior parte delle ricerche ha esaminato l'inciviltà politica su Twitter.
In termini di attori coinvolti, l'attenzione si è spostata progressivamente da giornalisti e partiti politici a leader e/o rappresentanti politici e cittadini, principalmente nella veste di utenti di social media. Di conseguenza, abbiamo osservato una crescente attenzione per i commenti incivili all’interno di questi spazi, con una concentrazione sempre più marcata della ricerca sui commenti degli utenti a contenuti informativi e news-stories pubblicate da testate informative.
Dal punto di vista dell'oggetto di studio, mentre la percezione dell'inciviltà ha dominato la ricerca empirica fino al 2010, gli studi sulle emozioni e sulla polarizzazione hanno acquisito maggiore centralità in un secondo momento (dal 2019-2020 in avanti). Dall'analisi delle coppie di parole ricorrenti negli articoli, inoltre, è emerso che la ricerca degli ultimi anni si è ampiamente concentrata sulla "polarizzazione affettiva", sulle "emozioni ostili" e sulle "emozioni negative". Questioni, pertanto, diverse dall'inciviltà politica nella concettualizzazione classica del termine (Stryker, 2016; Muddiman, 2017) ma che vanno di pari passo con un incremento degli studi psicologici a svantaggio degli approcci politologici (prevalenti nella fase iniziale e intermedia di sviluppo della letteratura) più interessati agli effetti e alle conseguenze più ampie dell’inciviltà per i sistemi democratici.
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L’inciviltà nell’occhio di chi racconta: il coverage giornalistico nella campagna 2022
Sara Bentivegna, Anna Stanziano (Sapienza, Università di Roma)
La campagna elettorale del 2022, che ha creato le condizioni per la nascita del primo governo guidato da una donna e sostenuto da una coalizione all’interno della quale un partito con radici dirette nell’esperienza fascista è risultato il partito più votato, non sarà certo ricordata per il coinvolgimento degli elettori. Il voto che ha costituito un turning point nella storia della politica italiana è stato preceduto da una campagna che non è stata apprezzata da molti elettori e che spesso è stata considerata incivile (ITANES 2023, Salvarani e Turato 2023, Bentivegna et al. 2024).
Alla luce di questo dato, è importante, a nostro avviso, disporre di dati puntuali sul “racconto” della campagna elaborato dai giornalisti che – pur se ridimensionati sul fronte del controllo del monopolio informativo – continuano a mantenere una loro centralità nella post-sfera pubblica (Bentivegna e Boccia Artieri 2021) e a offrire spunti di lettura ai cittadini (Zaller 1992). Se un’analisi simile ha rilevanza rispetto a qualsiasi campagna elettorale, essa aumenta addirittura nel caso della campagna in esame: convocata improvvisamente, di breve durata, collocata in un periodo inusuale come quello estivo, con una coalizione data in netto vantaggio e con una leader di partito con la carica di Presidente del Consiglio in pectore. Che si sia in presenza di un progressivo e diffuso incattivimento delle campagne elettorali è un dato che gli studiosi hanno ben chiaro da diversi anni (Nai e Maier 2021). Meno chiaro, invece, risulta il ruolo giocato dal coverage giornalistico nell’individuazione del clima generale percepito dai cittadini.
In questo lavoro, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla presenza di “forme di inciviltà all’interno della copertura giornalistica della campagna. Prendendo le mosse dall’osservazione di Gitlin (1980) secondo cui l’inciviltà è notiziabile per i giornalisti per il semplice fatto che viola norme consolidate (di buona educazione, rispetto reciproco, rispetto istituzionale, etc.) e che, quindi, è un buon punto di osservazione per raccontare le campagne, ci siamo chieste quanta e quale influenza potesse avere la partisanship degli outlet informativi nella determinazione dell’attenzione prestata al fenomeno. L’enfasi sulle forme e le espressioni incivili rintracciabili nel contesto elettorale è funzionale, infatti, non solo a richiamare l’attenzione degli utenti – sulla base del famoso paradosso secondo cui esse producono al contempo fastidio ed attrazione (Mutz 2015) – ma anche a rendere evidenti le fratture all’interno dell’elettorato, sulla base della logica dell’in-group e out-group. Così, il racconto dell’inciviltà suscita l’attenzione dei cittadini, contribuendo a catturare nicchie di pubblico e, contemporaneamente, offre conferme e argomenti sulla distanza tra le posizioni in campo, evidenziando la polarizzazione in atto. In base a questa ipotesi, che sostiene un ruolo ben definito assunto dai partisan media, l’attenzione all’inciviltà è il frutto della logica giornalistica, da una parte, e dell’adozione di un frame interpretativo volto a evidenziare l’esistenza e i confini delle parti in gioco, dall’altra.
Per verificare questa ipotesi, abbiamo raccolto 82.894 testi riconducibili alla campagna pubblicati dai principali media outlet nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022 (25 agosto-25settembre). A partire dal corpus contenente tutti i testi pubblicati sulla campagna elettorale, abbiamo individuato i casi incivili tramite un algoritmo di supervised machine learning con l’ausilio di QDA Miner, un programma per l’analisi qualitativa dei testi computer-assisted. Questo processo ha permesso di individuare 1.902 testi incivili (tra articoli, post e tweet) pubblicati nel periodo in analisi. Il sub-corpus contenente casi di inciviltà è stato poi analizzato al fine di individuare i temi correlati all’utilizzo di un linguaggio incivile.
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L’inciviltà ai margini: studiare l'impatto delle pratiche e delle piattaforme fringe sul dibattito pubblico
Giovanni Boccia Artieri, Stefano Brilli, Elisabetta Zurovac (Università di Urbino Carlo Bo)
Il panorama contemporaneo delle piattaforme digitali è caratterizzato da un intricato mix di spazi pubblici, semi-pubblici e privati. Questi spazi variano in termini di visibilità, regolamentazione e pubblico ma sono allo stesso tempo interconnessi attraverso dinamiche di migrazione reciproca tra ambienti marginali e mainstream. La comprensione di queste dinamiche è fondamentale per comprendere l'attuale deterioramento del dibattito pubblico e l'aumento dell'inciviltà politica. Tali processi sono rafforzati dalla partecipazione dei cittadini a piattaforme online alternative o “fringe”, che sono state correlate a ecosistemi di disinformazione, alla diffusione di miti cospirativi e alla normalizzazione del pensiero populista e dell'estremismo politico (Schwarzenegger, 2022). La letteratura recente ha mostrato come esista una relazione interdipendente tra l'aumento degli spazi online alternativi e la crescita delle forme di estremismo di estrema destra (Holt, 2018; Walther & McCoy, 2021), sottolineando così una crescente preoccupazione per il fatto che “gli spazi online appartati possono funzionare come laboratori che sviluppano punti di vista estremisti che poi trovano un ingresso nel mainstream” (Lewandowsky et al., 2020, p.84). Allo stesso tempo, questi spazi “danno voce a comunità emarginate e svantaggiate” (ibidem), quindi possono anche rappresentare nuove risorse per il dibattito pubblico.
Questo paper espone le basi teoriche e metodologiche del progetto di ricerca CORIT- “Countering Online Radicalization and incivility in ITaly: from fringe to mainstream”, finanziato dal Programma Next Generation dell’Unione Europea. Il progetto si concentra sullo sviluppo di narrazioni marginali, gruppi e azioni modellate con la capacità di “intossicare” il sistema dei media ibrido italiano. In termini più specifici, verranno delineate le principali considerazioni concettuali, tecniche ed etiche nello studio della Telegramsfera italiana. Questo include un esame della sua influenza sulle piattaforme di discussione mainstream insieme alle sue dinamiche che indicano uno spostamento verso piattaforme e comunità marginali. Fin dalla sua nascita nel 2013, Telegram si è posizionato come uno spazio ideale per gli individui in cerca di privacy e sicurezza - un'opportunità che fa appello a coloro che immaginano un Internet libero e a coloro che sono costretti a utilizzare tale spazio come unico mezzo sicuro di coordinamento (Urman e Katz 2022). Telegram, in questo senso, sembra essere un ambiente ottimale per il tracciamento delle informazioni e per i contesti in cui le narrazioni cospirative tendono a prosperare (Schulze et al. 2022, Herasimenka 2022).
Il paper si basa su un’analisi e una valutazione critica delle fonti raccolte tramite Scopus e Scholar intorno ai termini chiave “fringe platform/social media/online spaces” e “deplatforming”. La presentazione si propone due obiettivi primari: in primo luogo, si cerca di esplorare il modo in cui la letteratura accademica costruisce il concetto di piattaforme, pratiche e gruppi online fringe, con l'obiettivo di analizzare criticamente come l'imperativo di caratterizzare comportamenti potenzialmente pericolosi debba confrontarsi con il rischio di contribuire all'alterazione di tali gruppi; in secondo luogo, la presentazione approfondirà le considerazioni metodologiche che emergono in questo campo di studi, in particolare in relazione all'esame degli spazi "below the radar" (Boccia Artieri et al. 2021) e dei "movimenti non etici" (Törnberg e Törnberg 2024).