Programma della conferenza

VI Convegno Nazionale SISCC “Possiamo ancora capire la società. Comprensione, previsione, critica.” / Roma, 20/21 giugno 2024

Il convegno 2024 della SISCC, in continuità con quelli degli scorsi anni, intende esplorare le complesse relazioni fra potere e pratiche creative, il corto-circuito fra emersione e anestetizzazione del conflitto sociale nonché le potenzialità che provengono da esperienze diffuse ma non necessariamente connesse. La SISCC ritiene che l’immaginazione sociologica debba essere supportata da una capacità di analisi scientifica e da una comprensione critica della società. Quale può essere allora il nostro ruolo di scienziati e scienziate sociali? E, in particolare, quale contributo possiamo dare alla comprensione della società proprio a partire dallo studio dei processi culturali e comunicativi che attraversano il nostro tempo?

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 5 - Panel 6: Sfera pubblica in mutamento
Ora:
Venerdì, 21.06.2024:
10:45 - 12:30

Chair di sessione: Michele Sorice
Luogo, sala: Aula VI


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Presentazioni

Contentious Politics in pandemic times. Il caso italiano durante il primo anno di emergenza pandemica.

Mattia Zunino

Luiss Guido Carli, Italia

In seguito alla dichiarazione di emergenza pandemica da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del marzo 2020 abbiamo assistito ad un evento critico di portata globale. I governi di tutto il mondo, nel tentativo di gestire un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia recente, hanno adottato misure di forte limitazione delle libertà individuali. Limitazioni dell’accesso fisico allo spazio pubblico e all’espatrio, lockdown, quarantene e divieti della vita associata al di fuori del nucleo familiare sono state esperienze collettive che hanno contraddistinto la vita di centinaia di milioni di persone. Viste le limitazioni senza precedenti all’accesso fisico allo spazio pubblico e i numerosi divieti di assembramento, ci si sarebbe potuti aspettare un momento di stasi delle pratiche riconducibili alla dimensione della cosiddetta Contentious Politics. Al contrario, stando ai primi studi pubblicati (Della Porta, 2022), si è trattato di un periodo estremamente denso di contestazioni, proteste e rivendicazioni. Una tensione generale, talvolta accompagnata da una sfiducia nelle istituzioni sanitarie, che si è contraddistinta per il ricorso a pratiche alternative, soprattutto sotto il profilo della comunicazione e della presenza all’interno degli ecosistemi comunicativi digitali. Questo articolo presenta e analizza le pratiche di contestazione contro le misure di emergenza adottate dalle autorità italiane in risposta ai picchi di contagio nel primo anno dell'emergenza pandemica, il 2020. Considerate le misure restrittive di accesso fisico allo spazio pubblico che hanno caratterizzato il periodo in esame, particolare attenzione è dedicata all'analisi delle tattiche e delle strategie comunicative di protesta analizzate attraverso attraverso la lente di alcuni dei principali quotidiani nazionali e all'interno degli ecosistemi comunicativi digitali.



Understanding Exposure to and Engagement with Political News on Facebook During the 2018 and 2022 Italian Elections

Fabio Giglietto1, Luca Rossi2, Nicola Righetti1, Giada Marino1

1Università di Urbino Carlo Bo, Italia; 2IT University of Copenhagen

The advent of social media, notably platforms like Facebook, has transformed the consumption of news, marked by the spread of misinformation and polarizing content, especially after the 2016 US elections. This shift has led to the adoption of computational methods, such as machine learning, to analyze political narratives on social media. This research delves into these dynamics within the Italian political media landscape, focusing on the interaction between exposure to and engagement with political news stories on Facebook before the two latest Italian general elections.

The study addresses significant challenges: the scarce availability of exposure data from social media platforms for external research and the difficulties in aggregating news stories on specific topics, particularly in non-English contexts. Utilizing data from Meta and employing Large Language Models (LLMs), this research unveils new possibilities of social media data, showing how LLMs can facilitate the analysis of online political discourse.

To overcome the limitations of traditional human-coder approaches for large datasets, computational topic modeling techniques have become essential alternatives for content analysis. The effectiveness of transformer models like BERT and RoBERTa in detecting topics, emotions, and identifying clickbait headlines is well documented. Yet, these models, primarily trained in English, face challenges with low-resource languages like Italian. Scholars have turned to language-specific, fine-tuned models, such as AlBERTo for Italian social media. These models, however, are hard to maintain and often need additional tuning for reliable results in specific domains. Recent benchmarks have shown that LLM-based text embedding outperforms BERT in standardized tasks.

The research methodology adopted a comprehensive approach using LLMs to explore political discourse dynamics during the 2018 and 2022 Italian elections on Facebook. The process started with identifying political links by fine-tuning OpenAI's Ada model with a dataset of URLs shared on Facebook during the election periods. A team of Italian scholars manually classified a sample of these URLs into political and non-political categories, creating a highly accurate binary classifier.

The study then used the OpenAI embeddings API to acquire text-embedding-3-large for all identified political URLs, followed by a k-means cluster analysis to group the URLs. This step involved testing various embeddings and optimizing the cluster numbers for effective analysis. The clusters were automatically labeled using the GPT-4 model, with human coders evaluating the label quality.

Meta's URL Shares Dataset was instrumental in analyzing public engagement with political narratives, showing high views on topics like vaccination, immigration, and the education system during the election periods. This dataset enabled the quantification of narrative engagement, revealing the size, reach, and interaction patterns over time and among different user cohorts. The interaction analysis shed light on how the spread of narratives and stories related to specific events was influenced by user activity.

The study highlights AI and LLMs' transformative potential in media studies, serving as a foundation for future research. It emphasizes the need for a collaborative approach, where media scholars, data scientists, and AI experts work together to understand these technologies' complexities. The findings have significant implications for academia, media practices, and policy-making, addressing challenges like ensuring the representativeness of the Ada model for political link identification, determining the optimal cluster number, ensuring content labeling accuracy, and addressing Meta's privacy-preserving techniques in the URL Shares Dataset.



Le affordances del potere. TikTok e la piattaformizzazione della sfera pubblica.

Giovanni Boccia Artieri, Valeria Donato

University of Urbino, Italia

La concezione dello stato moderno si basa sull'esistenza di una sfera pubblica in cui i cittadini si informano e dibattono dei problemi in uno spazio autonomo di comunicazione e mediazione tra lo stato e la società civile (Habermas, 1991). Seppur considerando le critiche alla teoria habermasiana, vale la pena considerare come questa rimanga una prospettiva interessante da cui partire per riflettere sul problema democratico nella contemporaneità (Calhoun, 1992).

Benché la letteratura si sia concentrata nell’affermare come il processo di cittadinanza sopravviva solo in un regime di comunicazione libera e di possibilità d’accesso e di scelta tra informazioni diverse, il ruolo pervasivo dei media digitali sembra averne cambiato i connotati. Il cittadino è oggi costantemente informato, pluralmente ed immediatamente cosciente di fatti e opinioni negoziati, però, non più solo dall’economia politica dei media quanto piuttosto dalla loro struttura tecnico-algoritmica.

Infatti, la rete e le sue parcellizzazioni – id est le piattaforme – contribuiscono a rendere l'infrastruttura materiale e informativa della sfera pubblica sempre più complessa, ubiqua benché più centralizzata. In particolare, negli ultimi anni le piattaforme hanno acquisito un significativo predominio, riuscendo a garantirsi il controllo sui prodotti culturali così come su quelli politici; financo a dettare le comunicazioni e proposte stesse degli attori politici (Poell et al., 2019). In tal senso, la piattaformizzazione è riuscita a promuovere una riorganizzazione delle pratiche e degli immaginari riuscendo a impattare e plasmare il modo in cui i pubblici vengono informati e le modalità attraverso cui si organizza la produzione e la diffusione dei contenuti. Le piattaforme digitali costituiscono quindi vaste arene in cui si materializza la gerarchizzazione e l'incorniciamento dei fatti, sociali e politici, e in cui si forma la rappresentazione del mondo e le questioni che lo attraversano (Fuchs, 2015). Pertanto, investigarne le specificità sociotecniche può aiutare a risolvere le difficoltà di comprensione e partecipazione alla sfera pubblica già da tempo documentate (Latour, 2011).

In tal senso, un modo efficace per risolvere tali complessità può risiedere nello studio delle affordances di piattaforma. Le affordances dei social media, infatti, se da un lato sono state ampiamente descritte come semplificatrici dell'interattività e della partecipazione (Jenkins, 2006); dall’altro lato, vanno lette come strumenti di determinazione e cocreazione della sfera pubblica (Bruns & Highfield, 2015). A tal proposito, Theocharis e colleghi (2023) hanno investigato come le affordances di Twitter e Facebook possano impattare nella scelta e partecipazione politica, sottolineando come come l'architettura tecnica e pratica delle piattaforme contribuisca a determinare delle differenze nel comportamento sociale e politico dei cittadini.

Inesplorato, invece, pare ancora il caso di TikTok, piattaforma le cui innovazioni strutturali hanno contribuito alla nascita di nuove forme di interazione sociale, culturale e politica (Boccia Artieri, Donato, 2024).

Il presente lavoro, dunque, si propone di investigare l’impatto che le peculiari caratteristiche tecniche di TikTok hanno avuto e hanno sulla formazione della sfera pubblica. Se, infatti, il potere si costruisce anche attraverso il racconto che se ne fa (Castells 2009), allora chiedersi se e come le affordances di TikTok contribuiscano a determinare nuove caratteristiche della sfera pubblica sembra dirsi un elemento necessario per comprendere tanto il potere delle piattaforme che la malleabilità del rapporto tra tecnologia e potere, identitario e politico, dello stato.

Per fare questo, si è dunque operato un’etnografia di piattaforma e un’etnografia delle affordances (Hine, 2017; Costa, 2018) di TikTok così da capire a) che impatto queste determinino nella costruzione della sfera pubblica di TikTok, b) quanto questa corroda e/o corrobori gli aspetti tradizionali della tradizionale sfera pubblica e, più in generale c) come lo studio delle affordances di piattaforma possa contribuire a disvelare le trasformazioni strutturali già in corso della sfera pubblica.



Il ruolo dei media nel processo di costruzione sociale della corruzione

Marco Mazzoni1, Roberto Mincigrucci1, Anna Stanziano2, Rita Marchetti1, Susanna Pagiotti1

1Università degli Studi di Perugia, Italia; 2Sapienza Università di Roma, Italia

Che cosa è la corruzione? La risposta a questa domanda è da diverso tempo oggetto di dibattito tra esperti e studiosi, con numerosi tentativi di delineazione che emergono da diverse discipline come il diritto, l'economia e la scienza politica, evidenziando una notevole varietà di interpretazioni (Gardiner 2001; Mungiu-Pippidi e Fazekas 2020). Nonostante questo ampio ventaglio di approcci, fino ad ora soltanto pochi studi hanno analizzato la corruzione come un fenomeno socialmente costruito (Wickberg, 2021), ovvero un problema di costruzione sociale della realtà all'interno di un dato contesto sociale (Berger & Luckmann 1966). L’obiettivo del nostro lavoro è quello di approfondire questo approccio, proponendo una riflessione che connetta tra di loro i tentativi di fornire una definizione di corruzione condotti fino ad ora con una letteratura di matrice sociologica e massmediologica sul ruolo dei media nei processi di costruzione sociale.

Il nostro punto di partenza è che la corruzione non sia un fenomeno oggettivamente definito, quanto un'idea che viene declinata e ri-definita continuamente all'interno di diversi contesti sociali e culturali. Le pratiche corruttive non sono 'naturali', ma coinvolgono processi di definizione collettiva e devono essere rivendicate e percepite come devianti in un determinato contesto sociale per diventare o meno un punto di discussione nell'arena pubblica (Katzarova 2019). In altre parole, la corruzione è un fenomeno socialmente costruito, percepito come tale all'interno di un contesto sociale specifico (Granovetter 2007). La percezione, le norme e i valori riguardanti la corruzione sono influenzati e modellati dalle interazioni umane, dalle istituzioni e soprattutto dai media. Proprio i media infatti saranno il nostro punto di osservazione privilegiato per l’analisi della costruzione sociale della corruzione. I mezzi di comunicazione non solo riflettono ma costruiscono attivamente la realtà sociale, incidendo sulle percezioni individuali e collettive e sulle strutture sociali (Couldry & Hepp 2017). I cittadini sono sempre più immersi in un ecosistema mediale in cui si intrecciano forme di comunicazione interpersonali e di massa all'interno del quale acquisiscono gli elementi necessari per interpretare il mondo in cui vivono. I media modellano non solo l'informazione ma anche le norme e i valori sociali, influenzando così la comprensione pubblica di cosa sia considerato corrotto o eticamente discutibile. Il coverage mediale della corruzione gioca quindi un ruolo cruciale nel suo processo di costruzione sociale, così come i contenuti prodotti da una pluralità di attori diversi all’interno delle piattaforme di social media. Tuttavia un’ampia letteratura (Mancini et al. 2017; Berti et al. 2020) dimostra che la narrazione mediale è profondamente influenzata da variabili esogene, tra cui diverse forme di influenze politiche oppure logiche di commercializzazione, legate alla competizione per l'attenzione del pubblico. Questi fattori possono introdurre distorsioni nella rappresentazione della corruzione, compromettendo l'integrità del processo di costruzione sociale e, di conseguenza, la percezione pubblica e le risposte alla corruzione stessa.

Attraverso il nostro lavoro, puntiamo a offrire nuove prospettive sulla comprensione e sul trattamento della corruzione, evidenziando il ruolo centrale dei media nel modellare le dinamiche sociali attorno a questo fenomeno.



 
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