Programma della conferenza

VI Convegno Nazionale SISCC “Possiamo ancora capire la società. Comprensione, previsione, critica.” / Roma, 20/21 giugno 2024

Il convegno 2024 della SISCC, in continuità con quelli degli scorsi anni, intende esplorare le complesse relazioni fra potere e pratiche creative, il corto-circuito fra emersione e anestetizzazione del conflitto sociale nonché le potenzialità che provengono da esperienze diffuse ma non necessariamente connesse. La SISCC ritiene che l’immaginazione sociologica debba essere supportata da una capacità di analisi scientifica e da una comprensione critica della società. Quale può essere allora il nostro ruolo di scienziati e scienziate sociali? E, in particolare, quale contributo possiamo dare alla comprensione della società proprio a partire dallo studio dei processi culturali e comunicativi che attraversano il nostro tempo?

 
 
Panoramica della sessione
Sessione
Sessione 2 - Panel 4: Giovani, generazioni e processi educativi: evidenze empiriche e scenari interpretativi
Ora:
Giovedì, 20.06.2024:
15:30 - 17:00

Chair di sessione: Maurizio Merico
Chair di sessione: Carmelina Canta
Luogo, sala: Aula Falcone e Borsellino


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Presentazioni

Giovani, generazioni e processi educativi: evidenze empiriche e scenari interpretativi

Andrea Casavecchia1, Maurizio Merico2, Carmelina Chiara Canta1, Fausta Scardigno3, Mariagrazia Santagati4

1Università di Roma Tre, Italia; 2Università di Salerno, Italia; 3Università di Bari "Aldo Moro"; 4Università Cattolica del Sacro Cuore

Chairperson: Maurizio Merico, Università di Salerno
Co-chairperson: Carmelina Chiara Canta, Università di RomaTre

Le nuove generazioni saranno chiamate ad affrontare una società estremamente complessa e i processi educativi saranno sempre più caricati di una responsabilità delicata e centrale per rendere ogni individuo capace di affrontare le sfide che si prospettano.

La progressiva digitalizzazione e la diffusione del machine learning, le vicende legate agli eventi bellici, il cambiamento climatico e i suoi effetti, le nuove e vecchie crisi umanitarie, economiche e sociali, i movimenti migratori e il riemergere di vecchie e nuove povertà educative, rappresentano un banco di prova per un’educazione che sia capace di (ri)equilibrare il riconoscimento delle differenze, dell'inclusione sociale, della lotta alle disuguaglianze, conciliando equità ed efficacia.

Ai sistemi educativi è affidato, da un lato, il compito di promuovere l’inclusione e le pari opportunità; dall’altro, quello di far emergere le potenzialità e le abilità di ogni giovane. Entrambi sono funzioni sociali fondamentali che non possono essere ristrette al singolo campo dell’educazione formale, ma si apre ai processi informali e non formali che si compongono di una pluralità di agenzie che agiscono e intervengono con proposte di socializzazione e di educazione eterogenee e differenziate all’interno del “continuum dell’educazione”. I sistemi educativi, inoltre, non sono chiusi in sé stessi, perché si intrecciano con le origini sociali delle persone, con le strutture culturali e i mutamenti che in esse sorgono: insieme costituiscono percorsi distinti per gli individui.

I processi educativi e le loro istituzioni – in quanto luoghi deputati alla crescita culturale, civica e collettiva – sono spesso stressati da una logica competitiva che richiede di rispondere al mercato del lavoro e si trovano ad affrontare una situazione di continua incertezza che necessita di essere studiata e analizzata per ripensare politiche e strategie.

Partendo da questi presupposti, il panel si interroga sul rapporto tra giovani, generazioni e processi educativi, ponendo specifica attenzione al rapporto (mai preordinato) tra inclusione e disuguaglianze, ma provando a fare i conti con un insieme più ampio di questioni quali: l’equilibrio tra equità, merito e uguaglianza; la trasmissione intergenerazionale della conoscenza; l’intreccio tra la dimensione formale, non formale e informale.

Oggetto del panel sono riflessioni teoriche e analisi empiriche (qualitative e quantitative, su larga scala o focalizzate su contesti specifici) volte a proporre analisi, strumenti e concetti utili a superare le logiche dell’emergenza e valorizzare saperi sociologici non pienamente riconosciuti al fine di sviluppare una comprensione critica del rapporto tra giovani, generazioni e processi educativi

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Recuperare i classici per bilanciare inclusione e merito

Andrea Casavecchia, Università di RomaTre

Keywords: sistema educativo; meritocrazia; disuguaglianze; equità; democrazia

Il sistema di istruzione è chiamato a rispondere alle sfide proposte da una società complessa (Morin, 2001; Casavecchia, 2020). Le narrazioni principali schiacciano il sistema educativo sulla prestazione e rischiano di alimentare una distopia meritocratica (Young, 2014) o una ricorsa all’accreditamento (Brint, 2008). Si produce un sistema competitivo nel quale il “voto” diventa centrale (Corsini, 2023). Sono trascurati tanto i processi educativi e di apprendimento quanto le aspirazioni dei soggetti.

Dietro lo specchietto per le allodole del merito si celano da un lato le difficoltà strutturali che mantengono le disuguaglianze e rischiano di alimentare l’esclusione sociale (Giancola & Salmieri, 2023), dall’altro le prospettive di concentrarsi sulla performance (Granaglia, 2023). La scuola diventa un processo di selezione e di riproduzione delle disuguaglianze (Bernstein, 2020; Ribolzi, 2020), invece di essere uno spazio di scoperta dei propri talenti e delle proprie abilità: si innesta un processo che finisce per indebolire e frammentare una società e blocca la mobilità sociale.

Karl Mannheim (Mannheim, 1968; Casavecchia, 2022) ha evidenziato come i sistemi di istruzione e i sistemi sociali siano interconnessi e si sostengano reciprocamente. Il sociologo evidenzia le differenze tra sistema totalitario, sistema democratico e sistema liberista perché propongono immagini di uomo alternative: profilo burocratico; profilo rude/individualista; profilo democratico.

Infine attualizzare la proposta di John Dewey può aiutare a evidenziare come può essere valorizzato il merito all’interno di una proposta democratica. A tale proposito emergono due dimensioni: la prima è quella di valorizzare il processo educativo e la rete educativa (Mannheim & Campbel Stewart, 2017; Besozzi, 2017; Merico & Scardigno, 2023); la seconda è valorizzare il merito per promuovere la “professione/vocazione” personale (Dewey, 2020; Casavecchia, 2020).

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Traiettorie culturali interrotte: i sistemi di riconoscimento delle competenze nel quadro globale dell’HE

Fausta Scardigno, Università Bari Aldo Moro

Keywords: apprendimento permanente, background migratorio, competenze, biografie culturali

La società contemporanea pone questioni culturali emergenti e nuove istanze nell’HE che richiamano una dimensione al tempo stesso globale e locale dell’education, il suo universalismo da un lato e la sua contestualità dall’altro, temi peraltro richiamati nella Convenzione Globale Unesco dell’Educazione (Unesco, 2023).

Quali sono gli strumenti interpretativi che come sociologi mettiamo a disposizione della società per comprendere le istanze universali e contestuali dell’Education? Come è possibile da un lato promuovere meccanismi di universalità dell’education e dall’altro abitare contesti locali e specifici dell’education che si muovano nella direzione comune del garantire a tutti il diritto di apprendere (Palumbo & Proietti, 2022)?

Uno dei più accesi dibattiti nell’anno europeo delle Competenze ha riguardato proprio il tema culturale dei processi di riconoscimento di competenze, apprendimenti, credenziali già maturate (prior learning) dalle persone con background migratorio, dalle persone rifugiate (Salvati & Scardigno 2021), da tutti i soggetti che cercano di riprendere biografie culturali interrotte da migrazioni forzate.

Con quali strumenti conoscitivi rispondiamo come sociologi, nel quadro della convenzione globale sull’Education, a tale domanda sociale? Come garantire di vedersi riconosciuti le precedenti esperienze di apprendimento (in ambito formale, non formale e informale) in modo equo, non diseguale, non discriminante? (Crenshaw, 1989)

Il concetto di competenza assume un ruolo determinante nei processi di integrazione ed emancipazione sociale dei singoli individui alla luce dei cambiamenti delle trasformazioni in atto nella società attuale. Questo ruolo si impone in modo più urgente se si fa riferimento a target sensibili, il cui capitale culturale corre il rischio di non essere riconosciuto e valorizzato (Merico; Scardigno 2022).

Tuttavia nonostante ci siano dei punti di riferimento europei che strutturano dei possibili processi di riconoscimento di competenze in termini di modelli da adottare (Tibajev, A. and Hellgren, E., 2019), lo scenario globale (ma anche nazionale e regionale) non si presenta come coerente e uniforme, soprattutto per quel che concerne i sistemi di riconoscimento delle competenze delle persone con background migratorio nell’ambito della educazione formale (Pastore, Devillè, Colosimo, Scardigno & Manuti 2023).

Il paper si sofferma sulla centralità del diritto all’apprendimento permanente contrastando l’ottica funzionalistica dell’occupabilità e della dipendenza dal sottosistema economico e re-interpretando in ottica trasformativa (Morciano & Scardigno 2023) tale domanda universale ovvero come “diritto della persona” e come risposta sociale alla domanda di ricomposizione identitaria e di ri-definizione di traiettorie culturali interrotte (Scardigno, 2019), nel tentativo di ridurre il rischio di ri-produrre dispositivi neo-liberali che ne accentuino le disuguaglianze (di accesso e di riuscita) nei sistemi di Higher Education.

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